"Passa Parola" - In realtà può trasmettere un'idea importante. Basti pensare quante parole usiamo e sprechiamo ogni giorno. Ma sotto fiumi di parole di cui ci riempiamo la bocca, spesso c'è e rimane il vuoto.
Abbiamo bisogno di una parola vera, di una parola significativa. Abbiamo bisogno di dirla a qualcuno: come noi, molti la attendono. Vogliamo provare ad ascoltarla , ad impararla e a dirla.

Mariano Vescovo

E’ sempre un compito ingrato quello di dover trasferire su carta i propri pensieri, i sentimenti più innati, le emozioni che si annidano nella parte più profonda del proprio cuore. Difficile spiegare a parole quei brividi inattesi che percorrono il corpo, gli occhi che si inumidiscono per lo stupore di un attimo fugace, in cui l’unico tuo desiderio è quello di esser parte del mondo, il tuo sguardo che si perde all’orizzonte, con l’animo lieto di chi si accorge, per la prima volta, d’esser protagonista di uno spettacolo meraviglioso che si chiama vita.
Il 7 ottobre 2007 rimarrà nel nostro animo come uno dei giorni più belli, vissuti nell’ambito del gruppo “Giovani DOC”, e l’aspirazione più alta che ci proponiamo è quella di poter suscitare in coloro che non erano presenti le stesse sensazioni provate da chi ha preso parte all’iniziativa.
Il nostro arrivo al luogo fissato per l’appuntamento ci ha regalato l’amara consapevolezza che molti ragazzi sarebbero stati assenti, seppur giustificati da validi motivi. Inutile negare che, per un attimo, è balenata in noi l’idea di rinunciare a quella giornata che, per lungo tempo, era stata programmata ed annunciata da messaggi accattivanti e da un “countdown” che rendeva il tutto ancor più stimolante. Alla fine si è deciso di partire, con la precisa intuizione che, seppur lontani, avremmo pregato per coloro che non erano presenti, e così facendo li avremmo sentiti vicini a noi, nella fede e nell’amore.
Il nostro traguardo era fissato a Villa Pacis, e raggiungerlo non sarebbe stato facile, lo sapevamo. Ci attendeva un lungo cammino, reso difficile da strade impervie e salite ch’era faticoso percorrere. Uniti da quel filo sottile che si crea tra persone che si scoprono complici nel raggiungimento di un ideale, abbiamo sorriso all’impossibilità di giungere alla meta e ci siamo avviati per quella strada, lastricata di pietra grezza e vegetazione selvatica. E così è maturata in noi l’idea del “viaggio”, simbolo della nostra stessa esistenza. Ogni giorno che viviamo, si compie un cammino, costellato di discese che percorriamo con la gioia nel cuore e di ripide salite che ci vedono sfiduciati e privi di energie. Sono le gioie ed i dolori che pervadono ogni attimo della nostra esperienza su questa Terra, i momenti felici che accogliamo di buon grado e talora inconsapevoli, le amarezze che, invece, ci portano a rinnegare il grande dono della vita che abbiamo ricevuto. Eppure, nella contemplazione di quei paesaggi che si stagliavano davanti ai nostri occhi, dove la natura si mostrava nella sua semplicità e, proprio per questo, appariva ancor più stupenda, ci siamo accorti che, in fondo, sono proprio i periodi più duri a far nascere in noi il desiderio d’esser protetti ed amati da un Padre buono e misericordioso, e se la letizia ci spinge a rivolgere un sincero “grazie” a chi ha reso possibile il nostro successo, le ansie e gli affanni c’invitano ad inginocchiarci e ad invocare il Creatore, perché, ancora una volta, ci tenda la Sua mano per farci rialzare.
Il vento soffiava tra le fronde degli alberi, gli uccellini cinguettavano nell’aria tersa del mattino, ogni cosa invitava alla pace ed al raccoglimento interiore. Abbiamo constatato che il “rumore” della nostra quotidianità, spesso, c’impedisce di ascoltare la voce del Padre, ed è proprio questa sordità a far scaturire in noi lo smarrimento e la confusione. Il Signore ci parla in qualsiasi luogo ci troviamo, ma nella genuinità di quei boschi si avvertiva inesorabile il Suo richiamo all’amore ed alla fraternità. Infine, la meta, quella villa che tanto avevamo bramato di raggiungere. E la gioiosa constatazione che, in fondo, la fatica non era stata vana. Avevamo versato “sangue, sudore e lacrime”, ma, in tutto ciò, eravamo rimasti uniti, sorreggendoci quando la stanchezza prendeva il sopravvento, arrestando di tanto in tanto la nostra marcia per recuperare il fiato e chiedere a Dio di donarci la forza per proseguire. Una strada… una storia, quella della nostra vita, del nostro amarci come fratelli, anche nelle difficoltà.
La giornata è trascorsa rapidamente, purtroppo i momenti più dolci sono anche i più veloci, ma, tornando a casa la sera, col sole che, lentamente, si nascondeva dietro le montagne, il ricordo di quell’esperienza era ancora vivo. Gli attimi vissuti in fraternità, le testimonianze di ognuno, alcune così toccanti da commuovere, i nostri progetti per “l’anno che verrà” erano stati il pane di cui ci eravamo nutriti… “pane di vita, spezzato per tutti noi”.
Attraverso queste parole, desideriamo che un pezzetto di quel pane possa a giungere a tutti voi, amici carissimi, che non avete goduto di quelle emozioni vissute a Villa Pacis, perchè, malgrado la vostra assenza, possiate dire a gran voce “in fondo, c’ero anch’io”. Sì, c’eravate tutti, nelle preghiere, nei pensieri più affettuosi, nelle mani che si stringevano in segno di pace, nel corpo e nel sangue di Cristo che divenivano un dono per ognuno di noi.
Perché questo nuovo anno possa rafforzare e rendere ancor più saldo il nostro legame di amicizia. Perché possiamo divenire ogni giorno più numerosi, come i granellini di sabbia che, ciascuno con la propria dignità, formano una spiaggia. Perché sappiamo riconoscerci “Giovani DOC” nelle idee e nelle azioni, camminando sempre a testa alta e a cuore aperto. Una strada… ci porterà lontano… non importa dove, non importa quando… ciò che conta è arrivarci assieme, stretti tutti in un abbraccio.
“Due mani, uno sguardo… un solo respiro, nel respiro più grande”.

Andrea A.

Giorno 12 Dicembre 2006, nasce a suon di musica l'avventura del Gruppo Giovani della Parrocchia del Sacro Cuore di Avola. Dopo l'esibizione del Maestro Bell'Arte e di un suo allievo, si è svolta l'accoglienza dei nuovi ragazzi/e all'interno della "Comunità" - termine coniato da Don Mario per intendere tutta la comunità Ecclesiale - Dopo una rapida presentazione e un canto, si è svolta, all'interno della Chiesa, una piccola cerimonia di iniziazione, dove ognuno dei presenti ha voluto condividere il proprio "talento" con quello degli altri.

Superato l'imbarazzo iniziale, il tutto si è svolto nella massima partecipazione e coinvolgimento. Dopo ci si è trasferiti nel saloncino parrocchiale e si è giocato a "indovina il brano" - gioco coadiuvato da Angela, Andrea e Stefania - al gioco ha voluto partecipare anche Don Mario (magari poteva avere più fortuna con canti religosi, pazienza! Sigh!) infatti la sua squadra è stata abbondantemente sconfitta. Il premio consisteva nel assegnare ai vincitori l'ONORE di scegliere il nome e il logo del gruppo (che a presto faremo sapere).

Infine si è festeggiato in allegria e con tante calorie in più.

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"Aquila.... o Pollo?"

Ci sono uccelli che raramente si alzano dal suolo, limitandosi a razzolare sul terreno, come i polli. Non se sono mai chiesti il perchè , in quanto la loro vita le soddisfa . Altri preferiscono volare insieme allo stormo , come gli uccelli migratori. Si spostano in luoghi diversi a seconda delle stagioni , e si sentono al sicuro quando inseriti in un contesto sociale. Ce ne sono altri che, invece , amano volare da soli, come le aquile. A questi non basta vivere come gli altri. Hanno bisogno di scoprire cose nuove , di farsi domande , di cercare sempre più in alto. E così si librano nel cielo , mirando al sole, incuranti dell'ignoto.

Ora chiedi a te stesso:

- mi accontento della solita vita di tutti i giorni, oppure credo che potrei fare molto di più?
- Avrei il coraggio di tentare?

Parliamone insieme serenamente nel Forum, cerchiamo di volare in alto come le aquile...

QUIETE O TEMPESTA?

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