Archivio ANNO
2006
- 2008 |
ANNO 2010
La
Pesca - Sorteggio del 12 Dicembre c. a.
ha regalato meravigliosi premi ai partecipanti. Quello finale - la cesta
- è andato ad una bambina battezzata la sera stessa in parrocchia
Una
parte importante del ricavato sarà devoluto alle missioni del Congo
e un'altra alla Parrocchia.
Un grazie và a tutti quelli che hanno contribuito con il loro impegno
alla riuscita dell'iniziativa.
I Giovani D.O.C
ALEX
" TESTIMONIANZA DI UN GIOVANE MISSIONARIO
Grazie
Alex per stasera ! ;)
Ragazzi
miei ... non potevo non ringraziare Alex per la lezione di vita che ci ha
regalato e non potevo non cogliere l'occasione per "donare"
, attraverso il nostro sito, un pò di emozione come quella che ho condiviso
con gli altri partecipanti, stasera. Certo, mi sentirei un pò bugiardo
se non vi confidassi che, in questa circostanza, avrei preferito che questo
compito l'avesse svolto il mio amico Rocky, non fosse altro per le sue capacità
epistolari , ma spero di riuscire a sostituirlo almeno con sufficienza.
L'incalzare della pioggia, la concomitanza di altre riunioni, sembravano remare
contro un momento fortemente voluto e che in cuor nostro sentivamo sicuramente
arricchente. Intanto, dopo qualche canto d'intrattenimento, alle note di "Dolce
Sentire" (non so se è stata una casualità) è arrivato...
Alex : un giovanotto dalla ricca barba, un pò grasottello, in tuta
nera e una collana artigianale al collo - presumo dal modello - ricordo di
qualche viaggio missionario in Africa. L'incontro si è aperto con il
canto "Dolce Sentire" , ci sembrava quello più adatto e con
alcune testimonianze missionarie di Alex. Testimonianze di vita quotidiana,
crude realtà raccontateci, a suo dire, per scuoterci le coscienze.
Alex si è soffermato molto sulle condizioni del mondo "industrializzato"
e su quello che è definito "Resto del Mondo". Molto stringente
è stata la discussione sul significato dell'essere e del fare , come
il nostro vivere quotidiano sia molto proteso al "Fare" invece che
"all'Essere" , differenze che non sempre riusciamo a cogliere ....
io faccio la tua fidanzata .... io sono la tua fidanzata; io faccio l'amore
.... io sono il tuo amore... e così via. Dopo ci sono stati alcuni
interventi dei partecipanti ai quali Alex ha dato alcune risposte, soffermandosi
sulla necessità che se si vuole davvero un mondo migliore non dobbiamo
aspettare che qualcuno ce lo faccia trovare pronto.. ma dobbiamo essere noi
a cambiare le cose , anche a partire dalla nostra citta. Dobbiamo essere :
più profondi, più perfetti, più puntigliosi, guardarci
dentro e oltre il naso, insomma ... non essere superficiali ... guardare oltre!Il
canto "Giona" è stato quello conclusivo e, sinceramente dopo
il tema della serata, ci è sembrato, anche in questo caso, quello più
appropriato :
....."
Alzati e vai, scendi in città
Con la tua voce prova a gridar
E dal torpore vedrai qualcuno si sveglierà
Colora il grigio delle strade
Con le canzoni e le preghiere
Con il mio spirito più forza ti darò.
Ma lascia
stare, Signore lascia stare
Ma non lo vedi quanta gente indifferente
Che non sa capire, che non crede a niente
E che non trova il tempo di poter amare.
Eccomi qua,
Signore,
è proprio inutile sfuggire al tuo volere,
non so gridare, non so parlare,
ma ho la voce per poter farmi sentire.
ALLA
PROSSIMA ...... Salvo
OASI NATURALISTICA
VENDICARI
USCITA - 9 OTTOBRE 2010
La pioggia che cade sui tetti
del nostro paese, in questi giorni, ci annuncia, inesorabile, l’arrivo
della stagione fredda; pertanto, riposti in soffitta costumi e indumenti leggeri,
è tempo di riprendere in mano quel che, durante l’estate, s’era
un po’ tralasciato. Messe in archivio le lunghe giornate al mare, i
pranzi all’aperto, le passeggiate sul lungomare in cerca d’un
po’ di refrigerio, la vita riprende, più o meno, dei ritmi “pacati”,
e tornano, puntuali, gl’incontri che, nei mesi più caldi, s’erano,
in parte, sospesi.
La grande avventura dei Giovani D.o.C., dunque, ricomincia là dove
s’era interrotta: dalla voglia di camminare assieme, di confrontarsi
e maturare, nella consapevolezza che ciascuno di noi sia capace di “dare”,
a prescindere dall’età, dal cammino esistenziale percorso fino
ad oggi, dal “tempo” di cui si dispone e che si cerca d’offrire
agli altri (“qualità”, prim’ancora che “quantità”).
Il territorio di Vendicari, un paesaggio d’indubbia bellezza, sospeso
fra la terra e il mare, ha rappresentato uno scenario ideale da cui ripartire,
un pomeriggio in cui le nuvole si facevano compagne inattese di viaggio. Un
casolare immerso nel verde, e, davanti a sé, una distesa d’acqua
grigiastra e turbolenta, che, tuttavia, donava più d’uno spunto
di riflessione a tutti noi che v’eravamo riuniti. In fondo, ci si può
sentire “fratelli” fin dalle piccole cose; dallo sguardo rapito
d’un bimbo che, per la prima volta, scopre come da un piccolo seme possa
nascere un fiore, mentre un uomo, innanzi a lui, raffigura, con rapidi tratti
di penna, quel prodigio di natura che sta per compiersi; dalla gioia d’un
ritorno ch’era stato lungamente annunciato, ché, quasi, non si
contano le volte in cui s’era detto “Magari, potrebbe esser questa
la sera giusta”, e la sera giusta tardava a venire; dalla condivisione
d’una merenda d’altri tempi, ché ci vuol poco a sentirsi
fanciulli e a veder nascere un sorriso davanti a una fetta di torta, se questa
ha il sapore degli sforzi condivisi.
Parole, che sferzano la quiete d’un sabato pensato per “fermarsi”;
silenzi, che, a volte, portano il senso dei grandi discorsi, e poco importa
che sia una preghiera, o un gesto, o, più semplicemente, un pensiero
improvviso a dar significato a quell’Amore che, a voce, facilmente,
si va predicando; ché, ogniqualvolta lo si farà in modo sincero,
e col cuore, si potrà dire ch’è giusto, e che, in fondo,
ne sarà valsa la pena.
“Adesso, tocca a noi” …
E, poco o molto che sarà, un passo in avanti lo si sarà, pur
sempre, fatto.
Un cenno di saluto prima che faccia notte, ché fuori è buio,
e, a volte, il buio sa far paura; ma soli non si è mai, e, dentro te,
v’è luce, ve ne sarà per sempre, e ne potrai far dono,
e porterai tesoro a chiunque ne riceverà.
Diversi. Per certi tratti, profondamente diversi. Ma la diversità è
ricchezza. E, nella ricchezza, si cresce. E, in tutto ciò, si compie
la “battaglia” per difendere la nostra libertà di credere
a un sogno. Per costruire qualcosa di buono. Per non dover trovarsi a dire,
un giorno, “Io non c’ero, e non ho voluto provarci”.
Diversi, certo. Ma ugualmente capaci di generare Amore.
Rocky
Haiti
Dal telegiornale una notizia c’è stata data
“udite udite... Haiti da un violento terremoto è stata devastata”.
Una catastrofe sconvolgente
che ha fatto perdere tanto a quella povera gente,
non hanno un posto dove dormire e potersi divertire
ne un tavolo dove poter mangiare
e ai bambini manca persino uno spazio per poter giocare
non hanno perso però la voglia di lottare
al più presto una nuova vita sperano di ricominciare;
per tutto questo noi Giovani DOC un gesto di solidarietà
vogliamo compiere per questa città
e ti chiediamo di darci anche tu una mano;
con la pesca, qualche spicciolo in meno nel portafogli avrai,
ma di te stesso fiero sarai
perché qualcosa di importante compiuto avrai;
allora per favore la voce fai girare
dillo a tante persone di venirci ad aiutare
così ché tutti insieme possiamo urlare
“Anche noi abbiamo contribuito per un sogno da far realizzare”
con grande soddisfazione
ringraziamo tutti per la collaborazione
Pamela
Un
piccolo contributo per una grande speranza.....
I
Giovani D.O.C.
del S.Cuore di Avola intendono
ringraziare tutti i partecipanti alla
Pesca di Beneficenza, di Domenica
31 Gennaio, che ha consentito di devolvere, tramite
la CARITAS ITALIANA, la somma
di 238.00 Euro alla popolazione haitiana colpita dal sisma.
ANNO 2009
A
NATALE PUOI........
Offrire
un sorriso a chi ne ha bisogno........
[ … ] E poi ci
sono momenti in cui ti sforzi di comprendere, e, davvero, non ce la
fai. Al tuo fianco, una persona continua a dirti grazie, a manifestare
la sua gioia per quel presunto dono che, da quel che dice, pare tu
le abbia dato. Gli occhi le brillano per la commozione e, la voce
smorzata dall’emozione, non si stanca di benedirti per ciò
che sostiene d’aver ricevuto. Dal canto tuo, cerchi di capire,
pur non trovando una spiegazione, e ti accorgi di quanto paradossale
sia la situazione … e pensare che dovresti proprio tu renderle
grazie per quel frammento d’immensa gioia di cui ti ha fatto
omaggio, per quei sorrisi nati d’un tratto per un verso di canzone,
per quelle mani a scandire il tempo quasi fosse un gioco … Miei
piccoli, grandi amici, pensavo a questo il pomeriggio in cui, muniti
di poche ed essenziali cose, abbiamo raggiunto l’Oasi di San
Francesco per portare, senza troppe pretese, la nostra realtà
all’interno della casa di riposo. Pur contando su di un’esperienza
piuttosto duratura al servizio degli anziani, non mi vergogno ad ammettere
che le sensazioni da me provate risultano sempre molto intense, e
non soltanto per il fatto che parecchi degli anziani che, in questi
casi, ci accolgono versino in condizioni di salute non eccellenti,
ma per quell’espressione che lascia trapelare l’attesa
di chi è ansioso d’accogliere un amico. Un po’
come quando si è fanciulli, e, gli occhi fissi a un orologio,
si aspetta il suono delle tre per uscire in strada a giocare …
I progetti della vigilia sono stati spazzati via allorché ci
siamo accorti che sarebbe stato impossibile coinvolgerli nell’euforia
di una tombola o nelle gesta caotiche d’un giocoliere, ma, imbracciata
una chitarra, son partite di lì a poco quelle strofe che, impresse
nella memoria, nessuno aveva cancellato … Vitti ‘na crozza,
Ciuri ciuri e quei brani di oggi e di ieri che hanno il sapore di
terre lontane e tramonti accesi di sole. L’entusiasmo di quella
gente era incontenibile, e lo si leggeva chiaro nei loro occhi, prim’ancora
che nelle movenze. Un dolce condiviso, due chiacchiere in armonia
e, ancora una volta, la consapevolezza di quanto poco importino il
luogo in cui ci si trova o i mezzi a disposizione … Basta un
attimo ad accender l’atmosfera e a far nascere una festa, anche
in mezzo a persone che, fino ad allora, conoscevi appena. Basta poco
a spezzare il silenzio che, spesso, regna nell’animo di una
donna … a dissolvere quel senso di solitudine che, talvolta,
può sorgere ad offuscar la mente … a farle dire, con
un fil di voce e le braccia aperte ad accoglierti, “Tornate
a trovare i vostri nonni”. Basta poco ad accorgerti che in fondo,
la persona che, innanzi a te, racconta la sua gratitudine, nel breve
compiersi d’un pomeriggio, ti ha reso ancora una volta un po’
più ricco … ancora una volta po’ più uomo
… |
NESSUNA
NOTTE E' INFINITA... Carissimi
amici, 3° Complenno dei Giovani D.O.C. |
" Sta
arrivannu u
ziu ra America"
Commedia brillante in
tre atti di
Rocco Chinnici
Inaspetta
affluenza di spettatori in occasione della rappresentazione della Commedia
in tre atti
"
Sta arrivannu u ziu ra America"
la chiesa completamente gremita è certamente il premio più importante
che riconosce la serietà con la quale i Giovani D.O.C., oramai da qualche
anno, riescono con il loro impegno ad animare momenti importanti come la Festa
del S.Cuore.
(clicca qui per vedere le dell'evento)
Grazie al successo ottenuto, la commedia è stata replicata
per altre due volte: alla chiesa del Carmine (alla presenza dell'autore Rocco
Chinnici) e ad Avola Antica per l'Estate Avolese 2009 - Rassegna teatrale
"Le tre Api" - nella quale è stato premiato migliore attore
il nostro Andrea Accaputo nel ruolo dello Zio r'Amercia.
Ritiro Madonna della Scala 25
e 26 Aprile 2009
"Io ... speriamo che me la cavo"
(Clicca sull'immagine
per vedere le foto del ritiro)
saper reagire agli imprevisti;
saper affrontare le difficoltà delle vita e soprattutto ……
"non avere paura” di
testimoniare la propria fede in Cristo!
Sono stati i punti toccati in questo
ritiro dei Giovani D.O.C. primaverile!!!
La testimonianza d'Andrea
Scrivo nel giorno in cui ricorre il compleanno della nostra
Giusy, alla quale rivolgo gli auguri più sinceri a nome dell’intero
gruppo. L’idea è quella di esprimere a parole l’importanza
del ritiro tenutosi nei giorni 25 e 26 aprile a Madonna della Scala, ma premetto
che, forse, vivere momenti come questo in prima persona è tutt’altra
cosa, e certe emozioni non verranno mai rese perfettamente dalle parole che
ci sforziamo di trovare.
Eravamo consapevoli che non sarebbe stata propriamente una vacanza, considerato
l’ideale che stava alla base di questa esperienza, quello di “ricostruire”
nel nostro piccolo lo scenario di un accampamento simile ai tanti che, in
questi giorni, stanno fiorendo nell’Abruzzo colpito dal sisma. Eravamo
preparati al fatto che i servizi igienici, gli spazi in cui muoversi e quelli
destinati al riposo sarebbero stati ben lungi dalle piccole e grandi comodità
della vita di ogni giorno. Anche in questo caso, tuttavia, vale la regola
che sperimentare sulla propria pelle quanto viene detto a parole sia, spesso,
ben lontano da ciò che, nella nostra mente, avevamo realizzato.
Giunti al rifugio che ci avrebbe ospitato, abbiamo capito che lo spirito di
adattamento richiesto sarebbe stato grande; qualcuno nutriva delle perplessità,
com’è naturale quando ci si appresta a vivere un’esperienza
“fuori dal comune”, ma la nota positiva è che tutti, alla
fine, abbiamo deciso che valeva la pena rimanere. Colgo l’occasione
per rinnovare le mie scuse a Melania e Adele, che, avendo lasciato l’incontro
di venerdì scorso prima di me, non hanno potuto ricevere dalle mie
mani il foglietto informativo a loro destinato. Devo ammettere, tuttavia,
che, in fondo, sono contento che sia andata così, dato che, alla fine,
entrambe hanno deciso di mettersi comunque in gioco e, opinione personale,
credo ci siano riuscite molto bene.
Interpretare le sensazioni di ognuno non è facile, considerato che
ognuno vive in maniera soggettiva esperienze come questa, ma credo che essa
si sia rivelata comunque utile ed abbia lasciato qualcosa di sé a ciascuno
di noi.
Per quanto mi riguarda, devo ammettere di essere orgoglioso d’aver affrontato
alcuni dei miei limiti. Non mi ritengo un ragazzo “viziato”, ma,
nella vita di ogni giorno, cedo al fascino dei piccoli piaceri concessi ad
ognuno: un bagno caldo, la bottiglia d’acqua sul comodino, la musica
ad alto volume, il silenzio notturno, giusto per citarne alcuni. Piaceri che,
in quelle condizioni di “adattamento”, di convivenza con persone
care, senza dubbio, ma ciascuna avente, giustamente, le proprie necessità,
era più difficile reperire. Ho scelto di mettermi alla prova e, francamente,
sono soddisfatto del risultato raggiunto. Grande amante degli insetti, quale
sono, ho provato anch’io un iniziale senso di smarrimento alla vista
di ragni e zanzare nella zona toilette; il fatto d’aver superato quel
limite, imponendomi una forza che, dapprima, non credevo d’avere, mi
ha reso felice.
Trovo che questo ritiro sia stato più ricco di momenti spirituali rispetto
al precedente. Date le condizioni climatiche non proprio favorevoli, specie
nelle ore notturne, ci è mancata un’occasione di riflessione
solitaria, ma la lacuna è stata colmata da momenti di preghiera ed
animazione collettivi, sfociati nella Messa della domenica, al Santuario della
Madonna della Scala, dove, peraltro, ho potuto riabbracciare un amico che
non vedevo da tempo. Il cibo è stato abbondante, ma molto altro ci
è mancato. E’ duro pensare che, mentre scrivo, e giunge nella
mia stanza il profumo del pranzo che mia madre sta preparando, c’è
gente che continua il suo “ritiro”, e non per libera scelta.
Poco prima di partire, mi sono ritrovato attorno ad un tavolo, con degli amici,
a discutere su cosa ci fosse mancato maggiormente in queste poche ore trascorse
lontano dalla “quotidianità”. Personalmente, ritengo che
la mancanza maggiore da me avvertita è stata quella di alcune persone,
che non erano presenti e che avrei voluto vicino. La mia famiglia, dunque,
e gli amici che, purtroppo, non hanno potuto prendere parte a quest’esperienza.
Incredibile come la lontananza di certe persone si possa far sentire in momenti
simili. Quando sei a casa, hai la consapevolezza che, pur non vedendole da
settimane, puoi sempre aprire la porta di casa e ritrovarle nel loro sorriso.
In quel contesto, sebbene si trattasse, appunto, di poche ore, c’era
tutta la consapevolezza della loro mancanza. Il mio pensiero va, dunque, a
coloro che, proprio a causa del terremoto, hanno perso i loro cari. Per loro,
nessuna possibilità di riaprire la porta di casa per rivedere chi non
c’è più, solo la cura di un amore senza fine, nel ricordo
e nella preghiera. Quanto dolore, mio Dio …
Questo, dunque, il senso di quei che ho provato a descrivere in poche righe.
E’ importante, nella vita di ogni giorno, apprezzare il significato
delle piccole cose. Ritrovare Dio in ciascuno degli attimi che impreziosiscono
il nostro stesso esistere. Emozionarsi per un sole che sorge e ti fa capire
che, malgrado tutto, un nuovo giorno ti è dato da vivere. E, soprattutto,
amare chi ti è vicino, con tutto te stesso. Quanto inutili possono
essere le barriere che ci separano lungo il cammino che compiamo? Quanta l’amarezza
per un perdono non concesso, per una porta chiusa dall’orgoglio e dal
pregiudizio? E’ tempo di amare, amici miei … perché credi
che ogni cosa ti sia dovuta, perfino l’amore che ti viene concesso …
e, ad un tratto, ti accorgi di quanto prezioso sia quello che più ti
manca.
CENA
EBRAICA 2009
Suggestiva e partecipata la Celebrazione
della Cena Ebraica anno 2009 che ha visto ancora una volta
coinvolti i Giovani D.O.C. per il terzo anno consecutivo in un appuntamento
che è diventato una bella tradizione.
Alla prossima !!!
Per
non dimenticare e soprattutto
perchè
non accada.... mai più !!!
Interessante mostra temporanea sulla Shoah ad Avola, con foto e documenti dell'epoca, allestita presso il centro giovanile di Via P.Mattarella... dal 2 al 4 Febbraio 2009.
Buon
Compleanno Annelisa ed
Andrea
(clicca sulla foto)
Tantissimi Auguroni da tutto il Gruppo dei Giovani D.O.C.